Grazie

La mia residenza nella Casa degli Scrittori in Istria, dopo un mese, si è conclusa ieri e così si chiude anche questo blog. Ringrazio tutte le persone che mi hanno seguito: siete stati tantissimi.

Un grazie sincero a Iva Ciceran, responsabile delle attività della Casa degli Scrittori di Pisino, e a Liana Fortunato Dikovic della Biblioteca civica di Pola, che mi hanno invitato e mi hanno fatto sentire veramente a casa. Grazie anche a tutte le persone che ho conosciuto e frequentato a Pisino e in Istria.

Potrete leggere a giorni il mio resoconto della residenza sul sito ufficiale della Casa degli Scrittori http://kucazapisce.hr/it/hiza-od-besid/ e continuare a seguirmi sul mio sito web http://corradopremuda.com/.

Corrado Premuda

Il ritorno

Oggi ho fatto le valigie, salutato il castello, il torrente e la foiba, chiuso la porta della Casa degli Scrittori, consegnato le chiavi e sono ripartito per tornare a Trieste. Chissà chi sarà il prossimo ospite dopo di me.

Lascio una casa e una cittadina molto accoglienti, ideali per scrivere.

Vagabondando

Presa la macchina ho fatto un giro nei dintorni per scoprire qualche altro angolo dell’Istria interna. Sono andato a Gallignana dove non ero ancora mai stato. E’ un paesino insolito, arroccato su una collina da cui si vede il panorama, compreso il Montemaggiore: oggi la veduta era offuscata dalla nebbia.

In un’area molto piccola si alternano quattro chiese, tutte notevoli, esempi di romanico, gotico, Rinascimento, Barocco. Le case si sviluppano tutte intorno a una stradina principale che permette, in pochi minuti, di visitare l’intero borgo. Il posto era abitato in epoca antichissima, già prima dei Romani.

Suggestivo il giardino lapidario della chiesa dei santi Vito, Modesto e Crescenza che si affaccia sulle vallate. Da lì, passeggiando per il paese, si sentono i cani abbaiare e poi le voci di due vecchiette che si raccontano qualcosa. Per il resto regna il silenzio. Non passa nessuno.

I ristoranti sono chiusi e anche la vinoteka (versione istriana dell’enoteca, parola che mi fa tanto ridere).

Fuori dal centro abitato ci sono alberi, prati e una vegetazione ricca. Almeno in questa stagione, un posto in cui fare una breve gita per passeggiare nella natura e guardare il panorama.

Ultime battute

La residenza è agli sgoccioli. Domenica si conclude il mese e finisce anche la mia permanenza nella Casa degli Scrittori. Mentre sono al computer, le scansie sopra la mia testa sono piene dei libri lasciati qui dagli autori che mi hanno preceduto. Croato, tedesco, inglese, sloveno… sono tante le lingue. Il libro che lascerò io sarà il primo scritto in italiano.

Una piccola casa in una piccola città. Una casa dedicata alla scrittura. Per scrivere bastano poche cose e un spazio ridotto. L’importante è che ci sia tanto dentro a chi scrive: un mondo! L’importanza di questa Casa degli Scrittori sta nel fatto di dare l’opportunità a un autore di isolarsi e concentrarsi per produrre: non è poco.

Oggi in Biblioteca ho rivisto e salutato Iva, Marina, Davor e ho parlato con Irina Kivela Ukotic, brava illustratrice che lavora al Museo etnografico di Pisino. Caffè e chiacchiere all’aria aperta perché fa caldo. Preziose fotocopie vengono via con me: sono le pagine di un libro di Nerina Feresini che, nel ricostruire la storia della cittadina istriana, parlano della nonna di mio padre, Noemi Niederkorn, insegnante nella scuola di Pisino alla fine dell’Ottocento.

Strane combinazioni della vita. Oppure tasselli che vanno a posto senza che uno ci pensi e se ne accorga.

Cala la sera e scende la pioggia, una pioggerella leggera e lieve che non si sente quasi. Si affianca al suono dello scorrere del torrente giù nella foiba. Una normale serata di novembre alla Casa degli Scrittori.

Dipingiamo la seta

In un mese di permanenza a Pisino nella Casa degli Scrittori, a parte la scrittura e gli incontri per presentare i libri, sto anche facendo un po’ di attività all’interno della comunità cittadina.

Oggi sicuramente ho preso parte a una delle iniziative più divertenti e creative: sotto la guida di Iva, insieme a un bel gruppo di signore e signorine, mi sono cimentato a dipingere sulla seta. La sede è stata la galleria d’arte, centralissima, nel cuore di Pisino, un posto in cui vengono organizzati molti corsi ogni settimana.

Le signore hanno disegnato e dipinto dei foulard, io invece una cravatta. Ho puntato sul blu, anche se una delle compagne di ventura mi suggeriva di scegliere il verde, colore dei miei occhi. Assorbito dalla seta, il blu si è sparpagliato in maniera curiosa, inaspettata. Poi, con l’aiuto fondamentale di Iva, ho creato un disegno geometrico, un reticolato astratto in cui dare note di colore più deciso.

Ne è venuta fuori una cravatta tecno-naturista! Un’asciugata col phon e una leggera stiratura per fissare i colori. Fatta! Un souvenir handmade dello scrittore in residenza.

Nel pensatoio

C’è un piccolo giardino poco più su della Casa degli Scrittori. Qualche grande albero, tutt’intorno le case in pietra di Burrai, il quartiere più antico della città, quello che un tempo si chiamava Pisinvecchio. Lì, nel centro di questo prato, ci sono due panchine. A differenza di un giardinetto simile poco lontano, in cui giocano spesso i bambini e si affacciano gli adulti, questo è sempre deserto. Un angolo in cui mi viene voglia di fermarmi. E’ un pensatoio, secondo me. Spazio per la riflessione e la contemplazione: foglie che cadono, odore di natura, suoni in lontananza.

Le panchine sono numerose a Pisino. Ti invitano a sederti, a fare una pausa. Io trovo che le panchine siano tra le cose più belle e romantiche che ci siano. Panchina di solito è sinonimo di giardino, parco, verde, alberi. Se facesse più caldo me ne starei seduto lì a scrivere. A me d’estate piace scrivere all’aperto. Lo faccio anche al mare.

Il racconto lungo a cui lavoravo da tempo è finito. La prima stesura è completata. L’ho terminato durante la residenza e ne sono soddisfatto. Ora devo rileggerlo insieme agli altri due che lo accompagnano. Tre storie diverse ma legate, ognuna deve avere le sue caratteristiche e il suo stile ma devono armonizzare. Spero che il progetto funzioni. Chissà se lo spirito e le idee del pensatoio hanno toccato le mie corde giuste.

Salsedine e radio

Ho iniziato la giornata a Umago: alla scuola elementare italiana ho incontrato i ragazzini delle ultime classi, alcuni arrivavano dalla scuola di Buie. A organizzare tutto due bibliotecarie molto attive, Elisa Piuca e Cristina Springer. Argomento dell’incontro le mie fiabe del libro “Felici e contente” che i giovani lettori avevano già preventivamente letto, masticato e digerito. Sono stato bombardato di domande sul perché del seguito che ho dato a una storia o all’altra. La preferita sembra essere “Licantropa”, la mia personale continuazione di “Cappuccetto Rosso”. Qualcuno mi ha proposto di continuare a scrivere ancora altri seguiti di queste storie: non ne hanno avuto abbastanza! E alla fine in molti hanno voluto il mio autografo. Cari…

Essendo sulla costa, ho continuato a seguire il mare e a pranzo ho fatto tappa a Parenzo. L’odore di salsedine mi mancava e passeggiando nelle belle strade di pietra bianca, tra i resti romani e i pini marittimi, l’ho respirato di nuovo senza risparmiarmi.

La sera sono stato ospite di Radio Istra che ha sede a Pisino. Dopo una lunga scala che gira su se stessa, sono arrivato in cima al palazzo del Collegio dove si trova lo studio di registrazione. Nensi Rabar Batovac mi ha intervistato nel programma in lingua italiana “Microfono aperto”: è stata l’occasione per cominciare a fare un bilancio di questo mese in residenza e contare le pagine effettivamente scritte dall’autore ospite…

Le gazze

Sulle cime degli alberi, alcuni quasi a secco di foglie, si rincorrono le gazze. Sono uccelli eleganti: un po’ di bianco stacca nel nero piumaggio, e spesso nel becco riluccica qualcosa, il cibo del momento o un oggetto rubato. Nel cielo di Pisino abbondano le gazze. Ne vedo anche gruppi molto numerosi.

Hanno due grosse qualità le gazze. Prima di tutto non si sentono quasi, solo nel campanile del duomo si rintanano a volte di sera e fanno schiamazzo. Per il resto del tempo non ci si accorge di loro. La seconda qualità è che non hanno confidenza con l’uomo e si tengono sempre a debita distanza.

Niente a che vedere con i volatili a cui sono abituato io: colombi e gabbiani. Aggressivi ed eccessivamente urbanizzate entrambe le specie, sono uccelli con cui è diventato difficile andare d’accordo, almeno a Trieste.

La passeggiata che ho fatto oggi al tramonto è servita a schiarire le idee e a meditare su alcuni dettagli di scrittura. Il progetto di tre storie a cui lavoravo da diverso tempo è praticamente finito, devo solo rileggere, correggere, rifinire. Anche la storia per ragazzi che ho inventato qui durante la residenza è in dirittura d’arrivo. Dai miei quaderni di appunti ho spuntato ogni pagina: il grosso del lavoro è terminato. La Casa degli Scrittori concilia la concentrazione e insieme alla nebbia salgono dalla roccia carsica positivi influssi creativi.

Zip line

Lo zip line è una fune d’acciaio che collega i due versanti della foiba di Pisino. In pochi anni è diventata una delle attrazioni della città. Chi desidera provare l’emozione, viene imbragato a una carrucola che, sfruttando la pendenza, gli permette di sorvolare in pochi secondi la voragine carsica. Si parte dal mitico ristorante Lovac, si arriva – per la prima tappa – all’altrettanto mitica Casa degli Scrittori (che per tutto il mese di novembre è la mia casa!), e si riparte per tornare sul versante di partenza. Sospesi sulla foiba e sul torrente a un’altezza media di cento metri. Quest’oggi cinque coraggiosi hanno compiuto l’impresa. Si trattava di cinque amici (cinque membri della mia Factory) ma, purtroppo per i lettori di questo blog, io non ero tra costoro. Chissà cosa avrei potuto scrivere in merito. Ma sarà per la prossima volta…

E’ stato molto divertente, in una splendida e calda giornata di sole, fotografare gli arditi mentre volavano da una parte all’altra. La migliore performer è stata Paffa che non è arrivata alla fine della traversata: rimasta a penzolare al centro del tragitto, è stata felicemente riportata al traguardo da uno degli addetti allo zip line. Anche lei, come gli altri, si è molto divertita: bravo Luka Labinjan, bella trovata!

La giornata è continuata con una gita a Montona, la cittadina in cui era nato mio nonno. Un posto magnifico, splendido borgo su un rilievo carsico, chiuso nelle mura medievali con monumenti e decorazioni di pietra in rilievo sparsi ovunque. Palazzi rinascimentali e panorami mozzafiato sull’Istria rendono Montona una meta da visitare assolutamente. Oggi i colori del tramonto autunnale hanno reso la nostra visita davvero magica. Simpatici i molti gatti incontrati tra i pozzi e le mura.

Musica locale

Sabato sera a Pisino. Cosa può offrire questa cittadina il sabato? E’ la scoperta che ho fatto oggi, giornata in cui è venuto a trovarmi un nutrito gruppo di Matite, ovvero alcuni amici allievi del mio corso di scrittura creativa, il Temperamatite. Essendo ormai di casa, ho illustrato le bellezze locali: la natura, i monumenti, la storia, la gastronomia… ma si è aggiunta, a sorpresa, anche la musica!

Per l’aperitivo siamo andati in un bar, uno di quelli in cui è ancora permesso fumare. Già questo fatto, di per sé, ti catapulta di colpo in un altro tempo. Il locale, piuttosto deserto a quell’ora, era animato da un sottofondo di musica ritmata. Dopo un po’ il volume è aumentato, e man mano che calavano le luci della sera, ha continuato a crescere. Lady Gaga? Selezioni alternative? Lounge? Nossignori: rigorosamente musica locale, folkloristica, con la voce del cantante ben chiara e in evidenza. Notevole! In Italia, in un locale d’atmosfera con gli schermi televisivi accesi, non sentiremmo mai Claudio Villa o Toto Cutugno. Ma non è finita.

Il mio ristorante di riferimento ha dato il meglio di sé per cena. Siamo approdati lì mentre era in corso una festa: ben due coppie celebravano con gli amici l’anniversario di matrimonio. E l’attrazione della serata erano un paio di musicisti che hanno fatto ballare senza sosta gli invitati al ritmo della fisarmonica. Ancora brani tradizionali, accompagnati dai canti di quasi tutti i presenti, anche i più giovani. Ad un certo punto sembrava anche a noi di conoscere quelle melodie… forse il folklore si assomiglia un po’ tutto.

Riguardo la musica e le tradizioni istriane c’è un bel libro illustrato, “La fiaba delle campane sommerse” di Daniel Nacinovic, edito dalla Biblioteca civica di Pisino, che racconta delle mitiche campane oggi conservate nel museo del castello.